Precarietà: un’introduzione. Movimenti propedeutici per danzare dopo la caduta
a cura di Genealogie del Futuro
«Dance, to the radio!»
Futuri epilettici, tempi precari, la danza di Ian Curtis
di Marco Bellinzona
.sette fiamme per rinascere.
di Stefano Ferrari
85%
La quota non residua di esseri
che in piena glaciazione del manto terrestre
assistettero
alla luce di una stella brillare
dopo aver estetizzato la fiamma madre
nel giorno più splendente
della loro essenza
si sono dati
come memorie di codici chimici passati
In piena assiderazione
non fu tanto piacevole ricevere un po’ di calore
Come entità non adattabili a sufficienza
per garantire generabilità di futuro
incapaci di diversificarsi
di assorbire energia dal circostante
e riemetterla mutata
si estinsero
Contenitori trasformatori di messaggi
di un infinito telefono senza fili
che a causa del sottofondo circostante
storpiarono la staffetta
fonemi e fonogramma
sbiascicati
per un allappamento improvviso
sussurrati all’orecchio successivo
In cima a questo tetto
cerco di intravedere i rimasugli
di questa percentuale
che con clemenza
lascia il suo quindici per cento
di strascichi
In memoria di quello che siamo stati
vi auguro di poter esser meglio
Così avrebbe potuto recitare
un fossile
tra Ordoviciano e Siluriano
più di quattrocentomila anni fa.
82%
e ci risiamo
per la seconda volta
questa palla roteante
si dimostra riluttante alla continuità
La costanza
non è un parametro
da lei considerabile in eterno
L’evento Keller risparmiò poco più della supernova
ma resettò
attraversando l’eliminazione di biodiversità
evento che la vita stessa
non poteva accettare dopo tanto sforzo
_passando per l’annientamento
del sottile strato
che ci protegge dall’universo
privando e resettando
ogni gas buono alla vita
Anche dal Devoniano superiore
i fossili
continuano ad augurarmi
buon auspicio.
96%
la quantità di possibilità
che una fiumana
di distese infiammate
fondesse il nostro mondo
Forse un segno già allora
Già tre milioni di anni fa
una fusione planetaria di basalto
cambiò radicalmente
ogni potenzialità
di riproduzione nello spazio
Una tabula rasa di 1500°
Con la chiusura del Permiano Triassico
avverto un mio personale bisogno
di ricordare
le fattezze e concatenazioni
dell’evento che li ha travolti
Aumento di temperatura
Acidificazione
Posso presumere
che non siano circostanze piacevoli.
76%
della popolazione
Triassico _ Giurassico
rivide lo scenario precedente
vulcani in piena acne
e
corpi stellari morbosi
L’erosione del mantello
pensò a riequilibrare
un nuovo
precedente
status
Le impronte dei superstiti
danno animo ad identità passate
specificando
quale fosse la loro com_posizione.
75%
la quantità
di folcloricissimi esseri piumati
presi alla sprovvista di riparo
durante l’arrivo di un intruso
un alieno che torna a far visita
scontento
di come le basi avessero giocato
Schizza e trafigge tutto ciò che è radente al piano
alla superficie
Così tra i pochi graziati
ci troviamo gli abitanti degli interstizi
i livelli più protetti
al momento dell’impatto
Una forte speranza
quella di tramandare in primis
ciò che ci ha permesso di esserci oggi
fare da tramite
comprendere che orchestra
ha un primo violino per volta
e lo stress a cui è sottoposto
non può essere eterno
Mi guardo così attorno
e noto
la cosa
che anche un broker
ludopatico
in piena analisi strategica
vedrebbe
è che
le percentuali di genocidio
si stanno abbassando
l’ultima grossa eliminazione
di una fetta di traccia evolutiva
ha lasciato entrare in scena
i parassiti di un tempo
i saprofagi
un vero passe-partout di generosità
13%
attualmente è tutto
quello che riusciamo a contare
quello che non rimane
di quanto scoperto
or mai perso.
75%
quanto devastato sulle terre emerse
quanto umanamente rivoluzionato
da parte nostra
Dalla terra la materia si riversa nelle acque
così tutti gli elementi ritornano
nel grande fluido planetario
digeriti e metabolizzati.
66%
di vita
che non rimane
della grande massa fluida
che ci permette il secondo
respiro
ogni giorno
93%
il calore assorbito dagli oceani
provocato da anidride carbonica
che impiega esponenzialmente
più tempo per manifestarsi
Si sta addolcendo e scaldando
Si sta acidificando e salinizzando
Sciogliendo esoscheletri
Sostituendo
i mulinelli che garantivano ricambio
fra gli interstizi fluidi
Generando
tornadi ed inondazioni
Infuocate
che riporteranno tutto ad un’enorme massa
viscosa e polverosa
La rivoluzione neolitica
gettò le basi
per agricoltura e pascolo
che ridimensionarono
foreste ed ecosistemi
apparecchiando lo spazio abitativo su gusto umano
diminuendo le biodiversità
la diversificazione delle infinite possibilità
di rimescolamento
di più specie
che abitano lo spazio
che lo/si riproducono
Introdurre
Esportare
Innestare
Specie invasive
aumentò precipitosamente
la pendenza statistica
della diminuzione di variazione
Indebolì la catena
costringendola a non potersi diversificare
La riproduzione massiva della propria prole
l’impennata demografica
ha spiazzato ogni teoria esponenziale
Temprati alla maggior parte del pianeta
ci diffondemmo sulle terre emerse
sempre più sproporzionalmente
rispetto alle risorse
Per ultima
ragazza madre
della più grande aratura biologica e genetica
La polimerizzazione capitalizzata
Plasticosa e modellabile
irreversibile , , , o così si pensava
devastatrice , , , si supponeva
La giovane partorente
dette alla luce una progressiva e celata
coltivazione del calore
un processo a cui biologicamente e ciclicamente
siamo obbligati a sottoporci
Per evitare di scottarsi
ed evitare di ripartire dagli invincibili tardigradi
bisognerà collettivamente
lasciarsi ispirare dal calore come unica forma
Energia _ Distruzione
Fotosensibilizzarci come vegetali
Fondere anziché dividere
Atomizzare i ragionamenti
Ricorallizzare i confini che oramai sono sempre più netti
Farci un po’ da parte
ancora del 30%
lasciarne il 50%
quanto più disumanizzato possibile
Simbiontare tra i nuovi luoghi che cediamo
Certo
Un incendio non è un abbandono
è un tornare con modi differenti a riconsiderare lo spazio
è un invito all’evoluzione
Biosfera Nemos Garden per coltivare sott’acqua
tunnel sottoterra per lo spostamento
abitazioni seminterrate
un incentivo a considerare nuovi spazi per esser meno invasivi in un solo livello
Addensarci piuttosto che dilatarci
l’opposto che ci farebbe fare il calore
Smettere di prelevare e usare quanto già estratto
mineralmente e geneticamente
Abbandonare il sogno di abbandonare
Sulla terra c’è speranza
e scappare è un sacrificio troppo alto che pochi
scelti male
non subirebbero
Nè Luna nè Marte
Solo più ingegnosi e curiosi sulla Terra
Per poi un giorno
avere le forze e il supporto
per poter tornare nomadi
nello e dello spazio
settima fiamma come rinascita infra epidermica
fare debbio per fare masting
bruciare per evolvere
Io.
Ringrazio tutto quanto è scorso attraverso la mia percezione e sensazione.
Auspico scorrerà altrettanto materiale nel futuro della transcultura che stiamo intessendo.
Sono grato per quanto ogni istante mi sia nutrito da ciò che mi accompagna.
Tu.
La ricerca di Stefano Ferrari (Ferno – VA, 1996) persegue la fascinazione per altre forme di vita non umane e l’entomologia come catarsi dell’impatto antropico. Con un approccio multidisciplinare, l’artista mostra luoghi possibili di ascolto, di connessione, di speranza, invitando ad assistere a un momento magico in cui l’artificio si pone come sostituto della presenza umana e come possibilità per il mantenimento di un habitat. Emblematica è la recente serie Feeding Station, con la quale l’artista installa luoghi di sosta e osservazione per animali, creando occasioni per ripopolare i territori antropizzati.
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