Gioco: un’introduzione. Piccolo manuale di bricconerie e altre possibili rivoluzioni
a cura di Genealogie del Futuro
Inferno e paradiso
un progetto ludico a cura di Genealogie del Futuro e collettivo scafandra
Piero Gilardi: pratiche di gioco per immaginare nuove forme di comunanza
di Costanza Mazzucchelli
di Ljuba Ciaramella
La littérature potentielle nasce concettualmente come manifesto di intenti nel 1960 in Francia a seguito della prima riunione dell’Oulipo, idea embrionale di Raymond Queneau e François Le Lionnais, alla quale hanno aderito scrittori con la passione per la matematica e matematici con la passione per la letteratura. L’intento promotore della ricerca era di costruire un nuovo modo di giocare con le parole e sulle parole. Un laboratorio letterario aperto, dalle regole e forme ben precise in cui niente è lasciato al caso.
Successivamente alla fondazione di Oulipo, nel 1973, furono stampate le prime trentasette copie del libro La littérature potentielle (Créations Re – créations Récréations), destinate solo ad amici stretti, al cui interno era contenuto il manuale di esercizi – Bibliothèque Oulipienne – che mostrava in maniera ludica i meccanismi che animano il linguaggio attraverso il gioco semantico basato su regole matematiche applicate alla linguistica.
Il nome Oulipo, inoltre, deriva dalla composizione in versi Ou.Li.Po. costruita sulla base del vincolo oulipiano del metodo di sostituzione S + 7 partendo dalle parole ouvroir, littérature e potentielle. Questo vincolo metodologico fa parte di una serie di regole matematico-linguistiche che il gruppo aveva creato appositamente per la costruzione dei testi. In questo caso l’S + 7 consisteva nel sostituire ogni sostantivo (S) in un testo con il sostantivo in ordine alfabetico che cade sette posizioni più avanti in un qualsiasi dizionario.
Per il corrispettivo italiano di Ou.Li.Po. si scelse di mantenere le parole “letteratura” e “potenziale”, mentre la traduzione di ouvroir in “laboratorio” perdeva il suo connotato semantico e si scelse quindi la parola “opificio” che produsse la sigla Op.Le.Po., piú vicina a quella francese.
Il carattere di “potenzialità”, nella loro pratica, risiede nel fatto che il fare letteratura prende dei tratti inediti, da inventare attraverso l’uso di nuove procedure linguistiche, dove al suo interno anche la creatività trova uno stimolo di esistere.
La tradizione del gioco verbale prende piede durante il Rinascimento per subire poi un impoverimento, relegando il gioco linguistico all’ambito enigmistico, dove però permangono le braci della ricerca. In Francia si conserva invece la tradizione nelle trame del rinnovamento letterario, dove l’Oulipo ha potuto prosperare sotto la spinta dei suoi fondatori e dei collaboratori successivi come Albert-Marie Schmidt, Georges Perec, Marcel Duchamp, Harry Mathews, Jaques Bens, Marcel Bénabou, Jaques Roubaud, Claude Burgelin, Paul Fournel, Béatrice de Jurquet, Paul Braffort, Claude Berge e Michèle Métail.
In Italia la littérature potentielle arriva nel 1980, grazie alla prima traduzione dell’Oulepiana a cura di Ruggero Campagnoli e Yves Hersant, unica restituzione italiana finora esistente. Per rendere coerenti alcuni testi in una lingua diversa dall’originale è stato necessario scrivere e rifare gli esercizi linguistici, che dal francese all’italiano presentavano varianti sintattiche e formali, in una sorta di acrobazia della scrittura. Per la versione italiana ha collaborato e giocato, tra gli altri, Italo Calvino che, in occasione della pubblicazione, scrisse il Piccolo sillabario illustrato, tratto dal testo originale di Perec del 1973.
Oulipo quindi lavora con le restrizioni e con le strutture che generano poi i testi, sia in maniera diretta, mostrandone i fondamenti, sia manipolando testi già esistenti. Le due tendenze principali che si ritrovano come modus operandi sono l’Analisi e la Sintesi: la prima «si applica a opere del passato, per cercarvi possibilità spesso insospettate dagli autori. […] La tendenza sintetica è più ambiziosa e costituisce la vocazione essenziale di OuLiPo. Si tratta di aprire nuove vie ignote ai nostri predecessori.»¹
La costrizione implicita della regola è uno strumento creativo e originale per risolvere il problema, allargando le possibilità visionarie.
Il gruppo OuLiPo si affida così alle restrizioni esplicite e formalizzabili in una sorta di implosione ludica, in antitesi con lo stile letterario subentrato nel Romanticismo, che invece operava secondo processi immaginifici ed esplosivi, quasi dislegandosi dalle regole classiche e influenzando poi tutta l’esperienza letteraria delle avanguardie, come il Surrealismo, il Futurismo, il Dada e il Simbolismo.
Con la littérature potentielle e l’esperienza oulepiana si ritorna al classico dopo il caos della modernità, entrando così a pieno titolo dentro alle regole e nell’ordine del postmoderno, offrendo una rivisitazione e un approfondimento fino a quel momento inediti. Si torna a interrogarsi sul rapporto fra la matematica e la creazione letteraria in cui l’intento creativo è messo al servizio degli aspetti formali della letteratura insieme ai fenomeni semantici. Queste operazioni non minano l’individualità degli autori nel momento in cui la ricerca di nuove forme e strutture diventa la libertà creativa e immaginifica su cui si muove l’autore stesso. La libertà dal canto suo nasce proprio dalla costruzione e, come qualsiasi forma di letteratura, passa attraverso una serie di costrizioni lessicali, sintattiche e retoriche.
«Come avrebbero potuto immaginarselo, gli inventori dell’alfabeto?»²
Ulcérations di Perec è il primo esercizio che troviamo in La littérature potentielle (Créations Re – créations Récréations): un componimento basato su un eterogramma³ (la parola ulcérations), di undici lettere anagrammato trecentonovantanove volte che lette in successione, nei limiti del significato poetico, danno luogo a un discorso di senso.
Per la traduzione italiana, Campagnoli compone nuovamente il gioco di Perec con la parola “edulcoranti”, anagrammandola cento volte e dando prima l’ordine delle stringhe e dopo l’esito discorsivo, al contrario del collega francese:
000 EDULCORANTI
001 DOLUCETINAR
002 ROLUCENTIDA
003 RTIDALUCONE
004 RODARINELCU
005 ORECANTILUD
006 RICONDUALET
007 RUCOLENTAID
008 EACONTIDURL
009 ARUDINOTECL
010 IOLUCRADENT
011 ROCEINDULTA
012 TACLUNEIODR
013 ACULTIRENDO
014 CANDOREILTU
015 OREDITULANC
016 CIONUDELART
017 ORDITEUNLAC
018 CIONUDELART
019 ETRALCIOFUN
020 ELATODICRUN
021 ANUTRILECOD
022 ETUCLIONARD
Così fino al numero 100: EDULCORANTI.
L’esito discorsivo è riportato come esempio fino al numero 22; seguendo quindi la stringa, da 1 a 22 e da sinistra a destra si ottiene il seguente componimento poetico:
«Do, luce, ti narro
Lucenti darti, da luco nero
Dati
Nel cuore: canti ludri
Con duale
Truculenta idea.
Conti d’urla rudi note,
Clio?
Lucra dentro!
C’è
Indultata clune.
Io, Dracul, ti rendo
Candore: il tuo
Re.
Di’ tu l’ancora
L’incute d’ordite
(Un laccio)
Nude
L’arte?
Tralcio, d’un elato
Di cruna
Nutri le code?»⁴
Il Petit abécédaire illustré di George Perec è composto da sedici brevissimi testi narrativi la cui chiave di lettura viene data in fondo. Ogni testo equivale semanticamente a un altro, di poche sillabe, che a sua volta equivale foneticamente alla successione di una consonante e delle cinque vocali, come nei sillabari: BA – BE – BI – BO – BU, CA – CE – CI – CO – CU e cosí via per tutte le consonanti dell’alfabeto. Ad esempio, il gruppo PA – PE – PI – PO – PU è semanticamente reso con questo testo narrativo a chi segue il suo fonema: «Trasferitosi a Cremona, il Sommo Pontefice scruta con ansia il fiume che manda cattivo odore. Pape èpie, Pô pue.»⁵
Per la traduzione italiana Calvino si è trovato di fronte a molte difficoltà, dato che il rapporto tra fonetica e ortografia nella nostra lingua permette poche varianti e i monosillabi sono più scarsi. Realizza quindi diciannove esercizi di sillabario, riuscendo a dare senso a tutte le successioni di sillabe, compresa la serie relativa alla lettera Z, che fu quasi un tentativo disperato. Tra gli esempi più rappresentativi:
«DA – DE – DI – DO – DU
Una giovane americana che studia bel canto in Italia non è molto dotata per il do di petto. Il maestro la implora che butti fuori la nota, e per essere più persuasivo, cerca d’esortarla in inglese a fare quanto lui le chiede.
— Dà, deh, di do! Do⁶!
[…] LA – LE – LI – LO – LU
Nei suoi inquieti amori con Nietzsche, Lou Salome avrebbe ben voluto provocare nell’amico una levitazione non solo spirituale ma anche fisica. Battendosi le mani sulla fronte, il filosofo le rispondeva che solo la sua mente era dotata d’ali per innalzarsi a volo.
— L’ale lí l’ho, Lu!»⁷
¹ Ruggero Campagnoli, Oulipiana, Guida editori, Napoli, 1995, p. 23.
² Ibidem.
³ Per “eterogramma” ci si riferisce, secondo le regole definite dal gruppo OuLiPo, a un enunciato al cui interno nessuna lettera è ripetuta.
⁴ Ruggero Campagnoli, Oulipiana, op. cit., p. 30.
⁵ Ivi, p. 55.
⁶ «In inglese.» in Ivi, p. 57.
⁷ Ivi, p. 58.
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