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Fonti

per approfondire

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Inferno e paradiso

un progetto ludico a cura di Genealogie del Futuro e collettivo scafandra

Se il gioco è un fattore pre-culturale e universale, quali narrazioni giocose uniscono tempi e spazi lontani?

Il gioco è ancora una necessità, o è relegato alla sola dimensione dell’infanzia e dell’intrattenimento?

Cosa ci spinge allo scherzo e alla burla, al mai prenderci sul serio?

Cosa succede quando il reale e il virtuale si fondono al punto da diventare inscindibili?

Quali sono le possibili degenerazioni di questo stato di allontanamento dalla realtà?

 

A queste domande il fortune teller ha risposto… oppure sono state le scelte di collettivo scafandra ad aprire la strada alle giocose profezie?

In inferno e paradiso la risposta è lasciata sospesa a metà. Il gioco intorno a quest’oggetto enigmatico sta proprio qui: nel sostare nell’ambiguità di quelle parole scelte e combinate da collettivo scafandra un po’ per caso, un po’ per necessità.

Nel frattempo il fortune teller continua a parlare…

1. Se il gioco è un fattore pre-culturale e universale, quali narrazioni giocose uniscono tempi e spazi lontani?

TRE

gioco / sogno

sostare ai margini del sogno

QUATTRO

sconfinare / orizzontalità

noi sdraiati sul prato 

SETTE

muta / margine

sotto la pelliccia il punto buio // ci si spella nel cercare / la fine più precisa

 

2. Il gioco è ancora una necessità, o è relegato alla sola dimensione dell’infanzia e dell’intrattenimento?

CINQUE

melograno / incontrollabile

il melograno che rotola giù dalla scarpata 

il melograno sconfina dentro 

i multipli di tre / nella selva che smette e / riprende e / si annumera di nuvole //

sotto a tutto questo io / tu o chi prende / prende la solezza / e ne fa regno

 

3. Cosa ci spinge allo scherzo e alla burla, al mai prenderci sul serio? 

SETTE

paura / nudità

se la burla mette il vestito / la paura mi cade dal dito

come prima così / dopo, negli anni / si consultano gli stessi semi 

DUE

muta / margine

lamento-divertimento e ho gambe lunghe

vi chiedo un passatempo

qualcosa all’orecchio

 

se la burla mette il vestito / la paura mi cade dal dito

 

4. Cosa succede quando il reale e il virtuale si fondono al punto da diventare inscindibili?

UNDICI 

curiosità / ruolo

chi vuole sapere? i personaggi

stanno nel pianeta di mezzo

chi scandaglia gli angoli?

che sia una cimice

inciampata nel grano che ride? 

Cosa vuol dire “mettersi in gioco”?

Giocare è una cosa seria?

Giocare “a fare finta che…” ci fa accettare la complessità dell’esistenza?

Cosa succede quando il gioco finisce?

Chi stabilisce le regole del gioco?

 

A queste nuove domande il fortune teller ha risposto con altre combinazioni che vivono a metà dell’incontro tra collettivo scafandra e Genealogie del Futuro.

Inferno e paradiso, per questo gioco entrambi possibili, o addirittura scambiabili l’un l’altro: nascosti nella piega tra le parole volute e quelle sotterranee. Stesse coppie di parole ma possibilità infinite. Forse qualche urgenza in comune. Mi leggi il tuo inferno? Ti racconto il mio paradiso? Abbiamo provato a intrecciare le nostre profezie.

1. Cosa vuol dire “mettersi in gioco” ?

CINQUE

paura/muta

il senza parola salta nel fosso

TRE
margine/autonomia
Faccio un salto al di fuori di me 

 

2. Giocare è una cosa seria? 

QUATTRO

margine/autonomia

che se per poco salta il margine

DIECI
melograno/nudità
Mi frammento in tanti piccoli pezzettini,

li conto 

 

3. Giocare “a fare finta che…” ci fa accettare la complessità dell’esistenza?

SEI

immedesimazione/incontrollabile

oltre quello un altro regno dove tutti hanno la faccia 

SETTE
paura/muta
E metto a tacere le paure dando voce alle stranezze 

 

4. Cosa succede quando il gioco finisce?

DODICI

paura/muta 

si contano uno a uno gli occhi serrati

TRE
sogno/sorpresa.
Ritorno dov’ero ma non so più com’ero. 

NOVE
margine/autonomia. 
…e la fine continua a spostarsi. 

 

5. Chi stabilisce le regole del gioco/dei giochi?

QUATTRO

melograno/nudità 

il melograno spaccato a metà ha indicato 

DODICI
orizzontalità/quasi 
Tuttə e nessuno

collettivo scafandra (Venezia, 2023) raggruppa modi scomodi di fare poesia. Lavorando in forma intersezionale e laboratoriale sul linguaggio e impiegando pratiche di contaminazione collettive, scafandra ricerca la parola che abita la soglia, quello spazio ambiguo di passaggio che sonda e interroga i margini. Lo scafandro è simbolo di pesantezza, inagibilità, ma è anche uno strumento necessario all’esplorazione di luoghi ostili all’umano. Le pratiche del collettivo sono scomode perché costringono a un’attenzione a cui siamo disabituatə, una forma di presenza da cui la poesia emerge come metodo di indagine.

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