Gioco: un’introduzione. Piccolo manuale di bricconerie e altre possibili rivoluzioni
a cura di Genealogie del Futuro
Inferno e paradiso
un progetto ludico a cura di Genealogie del Futuro e collettivo scafandra
Piero Gilardi: pratiche di gioco per immaginare nuove forme di comunanza
di Costanza Mazzucchelli
La signora dei parti lavora da sola
di Alessia Giordano
Qui il bosco è stato pensato come uno scrigno
Qui il bosco è stato pensato come un sogno
c’è del sangue che arriva se arriva la luna
il sangue che cura, il sangue che dura
il sangue che arriva se va via la luna
e c’era chi se lo sentiva chi lasciava la casa chi si ritirava
lasciarlo per terra donarlo in cambio di altro o sacrificarlo
si era alzata una sera da sola
le forbici in mano, le mani sul petto
lì nel letto con le sbarre in metallo
lavorava al buio tagliava cuciva puliva
e il sangue colava bagnava le travi grondava
l’acqua aveva fatto una pozza più grossa,
una pozza più rossa, senza ossa senza ossa
schiacciarsi il palmo per far uscire le bolle nei polsi. ogni bolla è un bambino. se la bolla è piccola, allora sarà settimino
nella terra ho posato una cosa che mi era sembrato di avere:
se alimenti la pianta con il sangue lo sai cresce meglio
era necessario esorcizzare la cosa
i bambini di tutto il mondo cantano schemi precisi,
avevamo bisogno di contare le carte, di numerare le cose,
di chiedere tutto per non fare mai niente,
di chiuderci il corpo nella stanza più stretta
e riempirci le tasche di pietre per abbassare il peso:
e tagliare cucire pulire. tagliare cucire pulire
sono andata nel bosco una notte da sola
dovevo lasciare per terra una cosa
(te lo dico ma solo all’orecchio)
una testa pelosa e malata da lasciare nel bosco
aspettare che fiorisca o che marcisca
perché quando l’oca covava il cane aveva
sempre un modo per rubare un uovo
lo prendeva con la bocca, non lo rompeva
lo portava via, lo seppelliva
un giorno ti ho dato una fiaba ma volevo darti una casa
una casetta piccola e stretta in mezzo alla mia testa
trova un punto nascosto, un buco un fosso
e poi prendi una cosa viva, scava un buco, scava un fosso,
e gettamela addosso. volevo solo scavare, sentirci tirare,
dormire in quel buco, dormire dormire dormire
qua si dice che legati alla pancia si hanno tre uncini di rame (il rame è un metallo buono da tagliare): uno per il bene, uno per il male, uno per dormire. se la notte non stringi il terzo uncino, lui gira nei sogni degli altri e non ti lascia dormire
Alessia Giordano (Mondovì – CN, 1999), terminata la triennale in Lettere a Torino, si è laureata a Bologna in Italianistica con una tesi in poesia italiana contemporanea, sulla centralità dell’anapesto nel verso di Mario Benedetti. I suoi interessi di ricerca spaziano dalla metrica al folklore, con particolare attenzione alla ritualità popolare e alle sue figure femminili, tematiche che ha esplorato nella silloge La signora dei parti lavora da sola, presentata per il premio Esordi 2024 di Pordenonelegge. Da tre anni cura la residenza d’artista ad alta quota Casa Walser, nel piccolo villaggio di Hòbelté (Valle d’Aosta). Attualmente svolge un dottorato di ricerca a Siena e collabora con l’associazione Lo spazio letterario di Bologna.
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