di Francesca Greco
un cupo nero militare
il nero della notte invernale
il nero è nero
il nero di un gatto nero
le macchie d’inchiostro
le nuvole nere
il nero mantello del fantasma dell’ignoranza
il nero fascista delle camice nere
il nero in bilico tra il pianto e il riso
il nero del clero
il nero sotto le tue mutande
il nero del petrolio
(Sandro Sardella, 14 discanti, Edizioni Underground?, 2019)
Le viscere della terra si smuovono e i Giufà riemergono, producono fumo, si muovono come serpenti che trovano la luce del sole, che mai hanno visto prima di allora: si liberano. Il campo è loro, si disperdono lasciando tracce, suoni che rimbombano e si uniscono alla voce della terra. Ma alla terra devono fare ritorno, e si immergono nuovamente, si sdraiano e ritornano compost, ritornano alla voce madre, alla Terra che li rivuole con sé, che non li lascia andare, le luci non servono più, le luci sono superflue, il freddo è tagliente, anime in pena in un purgatorio terroso. Nero, nero e solo nero.
piegato cagare
il pulsare della febbre
la mano scrive
lamiere petali
sulle braci
bevi
braci
baci
baci
bestemmiati
baci
bestemmiati
baci
(Ibidem)
Bruciano la carne, le interiora, gli intestini, offerte alla terra, fuoco inestinguibile. Il fumo sale in alto e mosso dal vento sembra il respirare di un corpo che apre la bocca ed emette parole. Le stesse parole che fuori-campo continuano a ripetersi, instancabili, che non hanno pace che lamentano verità e, viscerali, creano immagini e immaginari; sono febbrili e sono lame e sono braci, bestemmie e baci.
hanno comprati i corpi
hanno comprate le intelligenze
Scrutano ciò che sta loro attorno e urlano: DOVETE STARE ATTENTI ALLE PIANTE! Perentori e veloci agiscono e si muovono, delineando la storia del campo e di tutti i campi. Avvertono la paura dell’errore in chi li guarda. I Giufà i primi protagonisti dello sbaglio, che redarguiscono gli altri.
allora lasciamolo bruciare l’uomo spazzatura
la mente per pensare e produrre spazzatura
la terra per fare spazzatura per uomini spazzatura
mangiare e bere spazzatura
cagare spazzatura
soffocare nella spazzatura
nascondere la spazzatura
Inutili, inetti, superflui, occupano uno spazio non loro, lo devastano, lo scavano, lo distruggono, lo dominano. Illusioni di potere, inutile credenza. I Giufà ridicoli tornano alla terra, attraversando un telo, lasciandosi schiacciare, ma sono solo spazzatura, spazzatura che puzza di impostore, di impostura.
Le risposte sono nella natura?!?
L’ombra appartiene alla luce!
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